Pubblicato: ottobre 16, 2004 in Uncategorized

Rainy Dog di Takashi Miike (Giappone 1997)

Yuuji, uno yakuza in esilio a Taiwan, sopravvive a Taipei come killer su commissione.
Quando la sua ex donna gli affiderà il figlio sordo, Cheng, Yuuji vi si affezionerà lentamente, coinvolgendolo nella sua vita fatta di omicidi e postriboli. Tradito dal boss di Taipei, per cui lavorava, dovrà lottare da solo per proteggere la sua nuova donna, una prostituta di nome Lily, e il figlio Cheng.

Un noir puro. Lento, malinconico, a tratti romantico
A un anno dall’ipertrofia criminal-manga di Fudoh Miike realizza un film che dimostra la sua versatilità e il suo talento.
Accompagnato dal fedele Sho Aikawa, perfetto come sempre nella parte del gangster taciturno, Miike gira uno yakuza eiga cupo e lento, riflessivo e appassionato.
Girato quasi totalemente in una Taipei brulicante e piovosa fino all’inverosimile, Rainy Dog è una vera e propria prova di maturità nella filmografia sterminata del regista giapponese. Un film sulla solitudine e sull’affetto. Anzi sulla nascita dell’affetto (di Yuuji per il figlio, di Cheng per il cane, di Lily per Cheng e Yuuji). Yuuji, straniero in terra straniera, tenta di costruirsi una nuova famiglia, una famiglia ai margini della società (uno yakuza, un bambino sordo, e una prostituta cino-giapponese). Non a caso i tre si rifugeranno su una spiaggia, luogo simbolo per eccellenza di marginalità e isolamento. E proprio quando abbandoneranno quel limbo andranno incontro alla disfatta.
Potrebbe essere un film di un Kitano più cupo e malinconico del solito, ma la presenza di certi temi onnipresenti nel cinema di Miike (il deradicamento dei personaggi, la mescolanza di etnie diverse, la diversità come trait d’union dei personaggi ecc…) confermano la sua piena appartenenza al regista dell’altrettanto sentito “The bird people in China”.
Da vedere assolutamente, soprattutto se avete dei dubbi sul valore di un regista che ha fatto gavetta per dieci anni nel Video, senza mai rinnegarlo. Vi ricrederete.

commenti
  1. goljadkin ha detto:

    congratulazioni per il bel blog. ti linko

  2. Gokachu ha detto:

    Non so, per quanto non siano certo disprezzabili, i Miike della vena malinconica, a tratti kitaniana, a me piacciono di meno.E arrivo a Graveyard of honor e Gozu compresi eh, qui non si guarda in faccia a nessuno ^^

  3. anonimo ha detto:

    già…il problema di miike è che non è un regista…sono almeno 5 registi !!
    ti piace miike? si? quale? 🙂

  4. cineblob ha detto:

    Gok: Concordo, non sono disprezzabili ma neanche i suoi pezzi migliori. Gozu però occupa un posto particolare nella mia anima nippofila ^^murda: 5!??! sono pochi 😉

  5. anonimo ha detto:

    avete visto andromedia? puro prodotto da blockbuster giapponese….quello che mi chiedo è come faccia a garbare quella roba a giapponesi …. mah …misteri

  6. anonimo ha detto:

    Oh chi sei tu, cinefilo panormita che ti dici conoscente di attori, come te panormiti, tanto da un pò straparlarne?

  7. anonimo ha detto:

    fattifutili: 😕 cinefilo panormita, questo ti basti. Se no vai a dare uno sguardo a fuorisede.splinder.com così completi il quadro… se per “attori panormiti” ti riferivi al caro tanino è una mia vecchia conoscenza (Garibaldi… Umberto…) 😉

  8. anonimo ha detto:

    Beh grazie per il consiglio terrò d’occhio anche questo panormita fuorisede, comunque secondo me tu non è che lo conosci tanto quell’attore panormita…

  9. anonimo ha detto:

    fratello di una amica, poche serate insieme ma niente di più. e chiudiamola qui: qui si parla di cinema, non di attori panormiti ^^

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